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venerdì 29 aprile 2016

Cripta San Sepolcro

Per la passeggiata di oggi si torna a Milano, anzi nella parte più antica di Milano: Piazza San Sepolcro.
La Piazza
Piazza San Sepolcro si trova nel centro di Milano ed è una piazza di importanza storica per la città. In epoca romana qui era il Foro, cioè l'incrocio delle vie principali Cardo e Decumano e vero fulcro della vita cittadina. In questa zona sorgeva anche la zecca, la cui presenza si rispecchia ancora nella toponomastica delle vie (via del Bollo, via Moneta, via Zecca Vecchia,...). 

Sorge qui la chiesa del SS Sepolcro, amata e ferquentata in epoca successiva dal cardinale Carlo Borromeo.

Anche in epoca moderna la piazza riveste un ruolo centrale: avviene qui infatti la fondazione dei Fasci Italiano di combattimento (1919). I partecipanti a questo congresso presero allora il nome di sansepolcristi e Filippo Tommaso Marinetti compose il poema dei sansepolcristi. 
Successivamente il Partito Nazionale Fascista ebbe sede, sempre in questa piazza, presso il Palazzo Castani, antico palazzo del XV secolo a cui fu aggiunta la torre con balconcino per i comizi.
Palazzo Caspani
Palazzo Castani presenta numerosi "rimaneggiamenti" strutturali: come dicevo risale al XV secolo e dell'architettura originale rimane in particolare il bellissimo cortile bramantesco, la facciata è stata rifatta in epoca successiva e rispecchia lo stile barocco sobrio milanese, infine la torre di epoca fascista.

In facciata c'è anche una misteriosa grata costruita in maniera sconcertante.

Ultima curiosità: oggi il palazzo ospita ben due corpi di forze pubbliche insieme: polizia e carabinieri.


La Chiesa
La chiesa del SS Sepolcro fu fondata nel 1030 dal Maestro della Zecca Benedetto Ronzone o Rozone. Era pensata in origine come cappella di famiglia ed era dedicata alla Santissima Trinità e Santa Maria Maddalena. 

La Santissima Trinità fu al centro di un episodio delle prime lotte religiose milanesi. Nel 1066, dopo aver ricevuto la scomunica papale, l’Arcivescovo Guido da Velate radunò i suoi fedeli in Santa Tecla e accusò pubblicamente i patarini Arialdo da Cucciago ed Erlembardo Cotta di danneggiare la chiesa ambrosiana, scatenando così degli scontri che si protrassero per giorni, in cui i due riformatori vennero attaccati. Arialdo, ferito gravemente, si rifugiò nella chiesa di Rozone ed esortò i suoi compagni a non vendicarsi, ma anzi a deporre le armi e a pregare sulla tomba di S. Ambrogio per la riappacificazione della Chiesa milanese. Erlembardo, che invece riuscì a difendersi, andò in pellegrinaggio in Terra Santa e si consacrò Cavaliere di Dio sul Sepolcro di Cristo, diventando così il primo "Cavaliere del Santo Sepolcro".
 
Nel 1100 l'Arcivescovo di Milano Anselmo da Bovisio, nel giorno delle celebrazioni del primo anniversario della spedizione crociata lombarda che nel 1099 prese Gerusalemme e alla vigilia della seconda spedizione del 1100, ridedica la chiesa della Santissima Trinità al San Sepolcro di Gerusalemme.


La chiesa di San Sepolcro fu eletta nel 1578 da Carlo Borromeo a sede principale della congregazione degli Oblati dei Santi Ambrogio e Carlo da egli stesso fondata; lo stesso Borromeo istituì la cerimonia del Santo Chiodo che, annualmente, si snoda dal Duomo a San Sepolcro. Nel 1605, sempre ad opera di Carlo Borromeo,  accanto e dietro la chiesa sorge la Biblioteca Ambrosiana.



Nella chiesa possiamo ammirare due composizioni statuarie policrome, di autore sconosciuto che rappresentano rispettivamente l'ultima cena con la lavanda dei piedi e l'Ecce Homo. 






 
La Cripta
La chiesa del SS Sepolcro sorge su due livelli: uno sotterraneo (la Cripta) e uno esterno (la Chiesa).

La cripta è uno straordinario monumento artistico e archeologico nel cuore dell’antica Milano, vero fulcro della civitas romana che san Carlo Borromeo definiva l’ombelico della città e che Leonardo da Vinci, in una mappa del Codex Atlanticus, indicava come il vero mezzo di Milano. 
La pavimentazione è costituita da ampie lastre di pietra bianca molto resistente, detta "di Verona", e proviene dal lastricato dell’antico foro romano.

Nella parte centrale della cripta è conservata una copia del sepolcro di Cristo, al cui interno, secondo la tradizione, venne posta la terra prelevata dai crociati a Gerusalemme.





 
La cripta, luogo di enorme sacralità, venne scelta da san Carlo Borromeo come personale luogo di preghiera, dove si recava ogni mercoledì e venerdì pomeriggio, e che lui stesso definì la palestra dello Spirito Santo. Per tale motivo  dopo la sua canonizzazione, venne posta una statua in terracotta policroma secentesca di San Carlo inginocchiato davanti al sarcofago. L'autore di questa statua sembra essere lo stesso delle composizioni policrome in chiesa.

Ci sono due cappelle laterali: una ospita una palma in bronzo, simbolo di sapienza, ai cui piedi c'è il serpente; l'altra accoglie una statua del Cristo Deposto.



 Tra i pochi affreschi rimasti, il più significativo rappresenta Cristo tra due sante: la prima è una santa coronata e rappresenta Sant'Elena, madre dell'Imperatore Costantino; la seconda è Maria Maddalena alla cui devonzione era inizialmente dedicata la chiesa. Quest'opera, molto danneggiata, è emersa "strappando" dal muro un affresco di epoca posteriore.



La cripta è rimasta chiusa per oltre 50 anni a causa di problemi di stabilità e solo il 19 marzo 2016 è stata riaperta al pubblico. Il restauro è stato curato dalla Fondazione Cariplo ma non è ancora terminato.

Alcune informazioni pratiche:
CRIPTA DEL SANTO SEPOLCRO
Milano, piazza Santo Sepolcro
Orari: tutti i giorni, dalle 12.00 alle 20.00
Ingresso: € 10,00
Informazioni e prenotazioni: cripta@milantourismpoint.com
Veneranda Biblioteca Ambrosiana: tel. 02.806921


domenica 24 aprile 2016

Avigliana e Sacra di San Michele

Il giro di oggi dura una giornata intera e ci porta alla scoperta di alcune perle della Val Di Susa.

Prima tappa: Avigliana
Percorso (Gmap)

Avigliana si trova all'imbocco della Val di Susa, in un anfiteatro morenico compreso tra il Monte Pirchiriano, sul quale svetta la Sacra di San Michele, e la collina di Rivoli. Il comune fa parte della città metropolitana di Torino e si trova a circa 20 Km ad ovest del capoluogo.

Avigliana è un autentico gioiello medioevale.

La Casa del Beato Umberto:




Si tratta di Umberto III, conte di Savoia e primo beato della stirpe.
La Porta Feronia che si apriva sulla cinta muraria:



La ripida scalinata che conduce alla chiesa di Santa Maria:



 Piazzetta Santa Maria, qui si respira un'aria antica....

 La torre circolare:

 Casa Porta Ferrata:


 Casa Cantamerlo:


La casa prende il nome dall'uccello affrescato sulla volta della sua torre. La casa appartenne all'avvocato e poeta  aviglionese Norberto Rosa, divenne poi casa parrocchiale della parrocchia dei SS Giovanni e Pietro.

La salita al castello:








 I portici che fiancheggiano le vie







Il castello svetta sul borgo antico

Seconda tappa: La Sacra di San Michele
La Sacra di San Michele è un'abbazia situata sul Monte Pirchiriano nella Val di Susa. Le origini di questo complesso sono incerte anche a causa delle numerose leggende.
C'è la leggenda della via michelita o via angelica: la strada unisce la basilica di Mont Saint Michel, la Sacra e Monte Sant'Angelo in Puglia. Sarebbe stata tracciata dalla spada di San Michele mentre combatteva con il demonio. La Sacra si trova esattamente a metà, 1000 chilometri da Saint Michel e 1000 chilometri da Monte Sant'Angelo.

Sulle origini della Sacra ci sono diverse leggende, tutte prevedono apparizioni di angeli, tra le più popolari si narra che San Giovanni Vincenzo, nel X secolo, voleva fondare un'abbazia sul Monte Caprasio. I lavori però procedevano a rilento in quanto ogni notte le pietre posate sparivano. San Giovanni allora decise di vegliare per cogliere con le mani nel sacco i ladri di materiale. Durante la notte però scopri che erano gli angeli che trasferivano le pietre sul monte Pirchiriano. San Giovanni allora decise di costruire l'abbazia sul monte Pirchiriano e così fu.


Nel XVII secolo la Sacra, dopo seicento anni di vita benedettina, rimase quasi abbandonata per due secoli, nek 1836 Carlo Alberto di Savoia

offrì l'opera ad Antonio Rosmini, giovane fondatore dell'Istituto della carità, che accettò, trovandola conforme allo spirito della sua congregazione.
Lo scrittore Umberto Eco si è ispirato a questa abbazia per il suo romanzo più famoso: "Il nome della rosa".


Sepolcro dei monaci, oggi un rudere






All'ingresso della Sacra la statua di San Michele, opera dello scultore altoatesino Paul de Doss-Moroder.
Rappresenta San Michele Arcangelo mentre scaccia Satana all'inferno. Infatti le ali di Satana che sprofonda sono rappresentate ai suoi piedi.



Varcato il portone di accesso ci troviamo come sul fondo di un pozzo: due branche di scale e un enorme pilastro:



Il pilastro, alto 18,6 metri, con i suoi 4 archi in croce sostiene la chiesa soprastante. La vertiginosa scala è nota come lo scalone dei morti in quanto accoglieva anticamente le tombe dei monaci defunti. Ancora oggi alcune sepolture sono visibili sotto il finestrone alla base della scala.

All'uscita dello scalone c'è la porta dello zodiaco:




Ma ancora non siamo arrivati alla chiesa; c'è un'altra rampa di scale sovrastata da una serie di archi rampanti:




E finalmente il portale della chiesa:


Panorama della Val di Susa dalla terrazza di accesso alla chiesa

La via verso la Sacra
L'interno della chiesa:






All'interno della chiesa ci sono le strutture più antiche, ormai ingolate e divenute sotterranee: le cappelle primitive.
Dalla chiesa si accede alla terrazza superiore dalla quale si gode di un panorama strepitoso. Si vedono anche le rovine del Monastero Nuovo e della Torre della Bell'Alda.
La leggenda vuole che una valligiana di nome Alda, bellissima, si fosse rifugiata nel monastero con i suoi compaesani per sfuggire alle scorrerie di alcuni soldati di ventura. Questi riuscirono a penetrare nell'abbazia: uccisero tutti i monaci e aggredirono la popolazione. Alda si rifugiò in cima alla torre, pregò la Vergine e, per sfuggire all'oltraggio, si gettò nel vuoto. La Madonna, commossa, le mandò due angeli che la sorressero e la posarono indenne sul fondovalle. Quando la bell'Alda raccontò la sua storia nessuno le credette, così decise di ripetere il salto. Ma la Madonna, per punirla della sua superbia, la lasciò cadere. Si dice che il pezzo più grande che trovarono del suo corpo fu un orecchio!
la torre della Bell'Alda


le rovine del Monastero Nuovo




Dalla chiesa poi si scende ai piedi del complesso principale, tra le rovine del monastero nuovo e della torre.











E infine si torna all'ingresso per un sentiero che costeggia la Sacra.




Insomma una giornata bellissima e una gita che consiglio a tutti!!!